Ti presento il museo del Risorgimento

Pochissime sono le città italiane che possono vantare il cospicuo primato che Villafranca ha avuto durante il periodo del Risorgimento nazionale, sia per la sua posizione geografi ca a “ridosso” della linea del Mincio e quasi al centro della grande strada postale che univa  Verona a Mantova, due delle maggiori città del Quadrilatero, che per gli importanti  ospiti che si sono avvicendati tra le sue case, le sue strade, i suoi caffè, i suoi alberghi. 1701: il principe Eugenio di Savoia, il vincitore dei turchi sotto Vienna nel 1683, alloggiò con una parte delle proprie truppe a Villafranca in occasione degli scontri avvenuti nel Veronese contro i francesi durante la guerra di Successione di Spagna.

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1796: nel mese di novembre, il generale Bonaparte, durante i giorni della battaglia di Arcole, proveniente dall’assedio di Mantova sostò a Villafranca e alloggiò nell’allora palazzo Comini, ora Fantoni, in corso Vittorio Emanuele. 1814: nel febbraio, durante una delle ultime battaglie napoleoniche, combattute sulle rive del Mincio, nelle sale di palazzo Gandini Morelli Bugna, in via Pace, furono ospitati gli uffi ciali dell’armata austriaca vincitori degli scontri.
1824: nella notte tra il 4 e il 5 febbraio, un corteo di condannati alle carceri dello Spielberg sostò a Villafranca. 1848: l’albergo il Sole fu sede del quartier generale piemontese e ospitò nelle proprie stanze Carlo Alberto re di Sardegna e suo fi glio Vittorio Emanuele, futuro primo re d’Italia. Il 27 Luglio dello stesso anno dalla “torretta” del palazzo di via Pace, che ospitava il comando delle truppe toscane, il generale Cesare de Laugier, l’eroe di Curtatone e Montanara, assisteva impotente alla sconfi tta dei suoi ad opera degli austriaci a Custoza. 1859: Palazzo Gandini Morelli Bugna fu sede del quartier generale austriaco
e vi dimorò l’imperatore Francesco Giuseppe nei giorni che precedettero la sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno, mentre nei primi giorni di luglio fu dimora del generale francese Mac Mahon.
L’11 luglio successivo l’incontro tra gli imperatori Francesco Giuseppe d’Austria e Napoleone III di Francia, avvenuto nello storico palazzo di via Pace, pose fi ne alla seconda guerra per l’Indipendenza nazionale. L’incontro, passato alla Storia come “la pace di Villafranca”, fu il preludio all’unità d’Italia. 1866: il 24 giugno, durante la terza guerra per l’Indipendenza, davanti alla città si sistemarono le truppe italiane che comprendevano anche la 16ª divisione di fanteria al comando del principe Umberto di Savoia. Attaccata dalla cavalleria imperiale la fanteria italiana si dispose in “quadrato” di battaglione. In uno di questi, il IV del 49º reggimento
della brigata Parma si rifugiò il principe Umberto, futuro re d’Italia, durante una furiosa carica della cavalleria austriaca la quale a prezzo di pesanti perdite non riuscì a rompere e a mettere in fuga la fanteria italiana. A ricordo dell’episodio, nei pressi dello stesso luogo, un monumento vi fu innalzato negli anni successivi. Questi gli avvenimenti, sempre vivi nella memoria collettiva della comunità villafranchese, che portarono negli anni successivi alla costituzione di un Museo destinato a raccogliere e a tramandare le testimonianze di quell’importante periodo della storia nazionale italiana.

 

Estratto dal libro: Villafranca di Verona, Storia e Immagini della comunità (pag. 26-27)